trio
La prima volta da cuck
di andreamartini
12.05.2022 |
881 |
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"Quando i nostri occhi si sono incrociati io ho visto un uomo felice, innamorato e orgoglioso della sua donna, ma lui credo che abbia letto nei miei occhi..."
Dedicato a una coppia di Annunci69Carlo, il mio compagno, era stato bravo. L'aveva presa da lontano, parlandomi in generale del triangolo, una donna con due uomini, raccontandomi che esistono coppie in cui lui prova piacere nel concedere la sua donna. Ovviamente la mia reazione era stata fredda, quasi di disgusto. Ne aveva parlato di nuovo in altre occasioni, mentre i nostri giochi mi portavano all'eccitazione, prima di fare l'amore, senza nascondere che l'idea per lui era già molto eccitante. Mi diceva di immaginare le mani di un'altro sulle mie tette, e il suo cazzo diventava di marmo, con mia grande soddisfazione.
All'inizio questa idea era per me estranea, o soprattutto, strana. Non avevo mai pensato di farlo con due uomini anche se, nella mia adolescenza, avevo cambiato diversi ragazzi e non mi ero risparmiata in interminabili pomeriggi di sesso sfrenato. Ma sempre rigorosamente in due. Avevo fatto anche qualche esperienza con un'amica, ma con la curiosità di di chi scopre il nuovo mondo del sesso. Con le donne la cosa non aveva avuto seguito. Quasi cinquant'anni, laureata, un figlio, il mio compagno aveva sempre soddisfatto le mie aspettative, anche sessuali. Ma questa idea, prima suggerita, poi dichiarata esplicitamente, di organizzare un incontro con un altro uomo era un seme che aveva silenziosamente attecchito nella mia mente. Cinquant'anni è una tappa importante, in cui inizi a chiederti se hai provato tutto quello che volevi, e se avrai il tempo di farlo. Più che altro avevo iniziato a chiedermi i motivi per cui rifiutavo la proposta del mio compagno. Iniziavo a chiedermi se la mia educazione non mi stava precludendo un'esperienza che, in qualche modo, comunque sentivo smuovere qualcosa dentro di me. Perchè, anche se non l'avrei mai ammesso con lui, l'idea di essere posseduta da un corpo sconosciuto, aveva su di me uno strano effetto, che avevo paura a ammettere anche con me stessa. Pensandoci sentivo quelle "farfalle nello stomaco" che ormai erano uno sbiadito ricordo di tempi passati, normale effetto di un rapporto bello, solido, ma senza grosse sorprese.
Ci sono voluti mesi di garbate allusioni, mentre lui iniziava a farmi vedere gli annunci su un noto sito, mi leggeva i profili, le foto. E questo commentare insieme quello che vedevamo ha creato fra noi una nuova complicità, che finiva immancabilmente con una bellissima e profonda sessione di sesso, durante la quale l'idea di un secondo uomo nel nostro letto metteva radici nella mia mente.
E infine l'appuntamento era arrivato. Abbiamo scelto insieme un annuncio che ci sembrava in sintonia con le nostre idee, un maschio non giovanissimo, ben dotato, che, da quanto scriveva, sembrava una persona tranquilla ma anche aperto e esperto in queste cose. Stasera sarebbe stato il momento in cui mi sarei concessa ad un altro uomo, e lui avrebbe potuto giocare con il mio corpo. Il corpo, sia chiaro, perchè la mente rimaneva sempre di Carlo, il mio unico amore. Forse sarebbe successo, forse no. Mi dicevo che comunque niente era deciso, che in qualunque momento avrei potuto fermarmi, o dire di no. E Carlo mi dava sicurezza in questo, anche se leggevo nei suoi occhi desiderio, eccitazione, ma anche un po' di delusione nel vedermi a tratti indecisa. Continuava a ripetermi che non dovevo farlo per lui, non dovevo farlo per forza, ma viverlo come una esperienza da fare in due, un gioco che ci avrebbe reso ancora più complici.
Al suono del campanello le mie mani erano sudate, e l'ospite è entrato, accolto da Carlo. Un signore carino, più o meno nostro coetaneo, ben vestito, normale. Qualcuno che vedendo per strada non assoceresti mai a queste situazioni. Ma poi, chissà cosa immaginavo, forse un Rocco Siffredi vestito di pelle, con il pacco bene in evidenza. Questa immagine mi ha fatto sorridere e ha sciolto un po' la tensione. E' stato in quel momento che ho ricordato tutte le mie esperienze di vita, ho preso consapevolezza di essere comunque in casa mia, insieme al mio compagno, a cui davo fiducia, e con la completa padronanza di poter decidere ciò che volevo o non volevo fare. Ed ho deciso di andare avanti, pronta a fermarmi in qualunque momento mi fossi sentita a disagio. Mi sono detta che comunque domani forse sarebbe stato qualcosa da dimenticare, o forse invece da ricordare rigorosamente in due, che questo "uomo" era solo un giocattolo come altri che avevamo nel cassetto del comodino, e che mi avevano regalato tanto piacere fra le mani sapienti di Carlo. Un bicchiere di brandy per tutti, qualche parola di benvenuto, lentamente il ghiaccio si è rotto. E' stato Carlo che senza parlare ha iniziato a spogliarmi. Sono abbastanza contenta del mio corpo, magro, ma rotondo nei punti giusti. Due tette non grandi ma piene e ancora sode, un bel culo che con il vestito giusto fa ancora girare gli uomini. Mentre mi spogliavo ed esponevo la mia nudità agli occhi di uno sconosciuto non sentivo vergogna, ma una strana eccitazione si faceva strada. Le farfalle nello stomaco volavano in cerchio, mentre incrociavo lo sguardo di Andrea, cosi si chiamava il nostro ospite. Leggevo nei suoi occhi una eccitazione contenuta, che mi rendeva stranamente orgogliosa di me, del mio corpo, di quello che stavo regalando a Carlo, il mio compagno di vita. Ho finito di spogliarmi, continuando il lavoro iniziato da Andrea, sfilando lentamente il perizoma trasparente che aveva indossato per l'occasione e scoprendo il mio piccolo triangolo di peli scuri che accompagnava una fessura rosa completamente depilata. Anche Carlo ha iniziato a togliersi i vestiti con calma, esponendo alla mia vista il suo corpo nudo. Un bell'uomo tutto sommato, non palestrato, ma con mani belle e grandi, che avevo già notato prima, fianchi stretti e un bel culo rotondo, spalle larghe, pettorali appena accennati ma soprattutto un bellissimo cazzo, turgido, ma non eretto, gonfio, dritto, con una vena che pulsava nella parte superiore e un prepuzio che ricopriva completamente una cappella di tutto rispetto. Andrea era quasi completamente depilato, con un piccolo cespuglio proprio all'attaccatura del pene, ed ho notato il suo scroto liscio, anch'esso sodo e rotondo. Carlo, che nel frattempo si era completamente spogliato, mi ha fatto segno di sdraiarmi sul divano, che era un nostro preferito "campo di battaglia" quando eravamo soli in casa. L'ho seguito in silenzio, quasi in trance, e seguendo le indicazioni del mio uomo, mi sono abbandonata completamente sul divano. Andrea si è avvicinato piano, quasi timidamente, e messosi in ginocchio davanti a me ha iniziato ad accarezzarmi. Sentivo le sue mani calde che scorrevano sulla pelle, provocandomi brividi di eccitazione. Il massaggio, o forse sarebbe giusto chiamarlo carezza, è iniziato dal collo, ho sentito le sue mani scivolare sulle spalle, indugiare birichine intorno ai miei seni, che hanno risposto increspando le areole scure mentre i capezzoli si ergevano duri, chiari segnali involontari che il mio corpo stava rispondendo a stimoli ancestrali come una femmina piena di desiderio. Ho sentito le mani di Andrea che scendevano verso le gambe, mentre la bocca di lui iniziava a baciare la mia pelle, arrivando con decisione ai seni. La mia schiena si è inarcata in un riflesso naturale per offrire i capezzoli turgidi alla sua bocca vogliosa. Ho sentito una lingua umida e calda che girava intorno ai capezzoli, il lieve rumore del risucchio, e un'ondata di piacere e calore mi ha avvolto, facendomi dimenticare qualunque freno. Sentivo chiaramente la mia fica bagnata aprirsi chiedendo qualcosa di più. Ho piegato indietro la testa e in quel momento ho incontrato lo sguardo di Carlo, che osservava la scena della sua donna nelle mani di un altro uomo. Aveva gli occhi lucidi di eccitazione, nudo, il cazzo eretto e mi sono sentita troia e orgogliosa di esserlo per lui, offrendogli quello spettacolo come un omaggio al nostro amore. Intanto Andrea, vedendo crescere la mia eccitazione, ha iniziato a scendere mentre la sua bocca lasciava una scia di baci. Ho sentito la bocca di lui che affondava fra le mie cosce fino a raggiungere il piccolo cespuglio scuro che avevo salvato dalla depilazione, e una lingua, all'inizio timida, poi sempre più audace, che scivolava fra le mie grandi labbra raccogliendo avidamente i miei umori di donna. La mia vulva era ormai un fuoco, il cui calore cresceva e si espandeva a tutto il corpo con onde che seguivano il ritmo di quella lingua instancabile, che scivolava abilmente fra le mie piccole labbra, si spingeva all'inizio della mia vagina, roteando e provocandomi spasmi di piacere. Sentivo la lingua che scendeva impertinente a stuzzicare il mio buco del culo, per poi risalire verso il clitoride, stimolandolo a volte con delicatezza, a volte con più decisione, provocandomi continui accenni di orgasmo, che iniziavano e finivano in un susseguirsi di piacere misto a un supplizio di desiderio insoddisfatto. Concentrata su queste sensazioni fortissime, gli occhi chiusi, mi sono accorta solo all'ultimo momento del cazzo del mio compagno che, avvicinandosi al mio viso, chiedeva di essere accolto nella mia bocca. Ho sentito il suo sapore salato, bagnato di gocce di eccitazione, ed ho succhiato e leccato questo membro come non avevo fatto mai, mentre Carlo lo faceva entrare e uscire dalla mia bocca, di fatto scopandomi in gola. Non era mai riuscita ad ingoiare completamente il cazzo di Carlo, perchè il riflesso mi provocava subito dei conati. In quel momento però, forse per la pazza eccitazione che mi pervadeva, o per le sensazioni che nascevano fra le mie gambe, ho iniziato a pompare quel cazzo senza freni, ingoiandolo senza problemi fino alla radice, in un movimento che Carlo stentava a sostenere. Intanto il ritmo di quella lingua nella mia fica mi stava portando in paradiso, diventava più regolare e intenso, sempre più forte e irresistibile. L'orgasmo è arrivato senza preavvisi, il mio corpo ha iniziato a tremare, le mie cosce si sono chiuse con forza intorno alla testa di Andrea, mentre tutto il mio corpo si muoveva e tremava per assicurare la giusta stimolazione al mio clitoride. Mi capita raramente di squirtare, ma in quel momento ho sentito un liquido caldo e abbondante che colava fra le mie gambe e sul viso di Andrea,, mentre lui continuava a leccare più lentamente, bevendo tutto il miele che colava dalla mia fica ormai fradicia oltre ogni limite. Le ondate di piacere, via via sempre più lente, si sono mescolate al fiotto caldo di sperma che Carlo mi ha riversato improvvisamente in gola, incapace di resistere a quello spettacolo. Senza esitare ho ingoiato tutto completamente, avida di condividere con il mio compagno il piacere che stavo provando, e continuando a muovere la bocca sul cazzo del mio compagno fino a quando le sue contrazioni sono finite e avevo bevuto fino all'ultima goccia del suo sperma caldo. La testa mi girava e il respiro era rotto per lo sforzo. Sia Carlo che Andrea si sono sdraiati accanto a me in un caldo abbraccio. Due uomini di cui mi sentivo ormai la regina. Siamo rimasti così per diverso tempo, tre corpi allacciati e immobili, sudati, mentre il respiro rallentava e la mente si riempiva del ricordo delle sensazioni appena vissute.
Sentivo il cazzo duro di Andrea che mi premeva sul fianco come una richiesta inespressa, e l'eccitazione è cresciuta di nuovo. Mi sono girata e ho sussurrato con voce roca all'orecchio di Andrea una richiesta perentoria: "Metti un preservativo e scopami". Mentre Andrea si alzava e mi girava verso di lui aprendomi le gambe, ho avuto appena il tempo di vedere Carlo che sorrideva felice. Poi Andrea è entrato dentro di me, nella mia fica piena di umori, bollente e viscida, sia per l'abbondante saliva di Andrea che per il mio liquido. Carlo intanto ha iniziato a leccare e succhiare i miei seni, dopo aver baciato la mia bocca ancora piena del suo sapore. Il cazzo di Andrea è entrato lentamente ma senza fermarsi, l'ho sentito riempirmi fino in fondo, con una piccola fitta di dolore quando il glande ha sbattuto duro sul mio collo dell'utero, un dolore passeggero che mi ha fatto sentire ancora più puttana. Con le mani lui reggeva le mie gambe aperte mentre il suo cazzo pompava con un ritmo lento ma costante ed io, ormai totalmente senza freni, mugolavo, gemevo e godevo in un susseguirsi di orgasmi. Andrea non ha durato molto, era eccitatissimo, e con un verso roco e primordiale è venuto dentro di me in una serie di spasmi, con il corpo che tremava e si inarcava. Poi si è abbandonato fra i miei seni, esausto e appagato. Siamo rimasti un po' così, riprendendo fiato. Ho pochi ricordi del dopo, credo che Carlo abbia indicato il bagno ad Andrea, che poi si è rivestito ed è andato via salutando. Io ero ad occhi chiusi, ancora immersa in sensazioni di piacere. Carlo mi ha tenuta abbracciata a lungo. Quando i nostri occhi si sono incrociati io ho visto un uomo felice, innamorato e orgoglioso della sua donna, ma lui credo che abbia letto nei miei occhi qualcosa di cambiato. Avevo capito quanto può essere bella questa esperienza, avevo ormai rotto qualunque argine, spazzato via ogni blocco imposto dalla rigida morale, ritrovato sensazioni istintive e animalesche, e ero ormai aperta a sperimentare questo nuovo mondo fatto di sensazioni forti e di passione. Avevo passato un confine, e non sarei mai tornata indietro. Chissà se Carlo mi avrebbe seguito fino in fondo. Con questa domanda mi sono addormentata, stanca e felice.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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